La storia del vetro a Parma: gli sviluppi

By 18 Giugno 2019News

 

 

Il vetro è un materiale del quale esistono migliaia di composizioni differenti, sia per qualità che varietà delle applicazioni.

Nonno Casoli, quando ha iniziato l’attività ormai quasi un secolo fa, ha legato sua attività anche al trasporto di vetro cavo perché occupava una quota considerevole della produzione vetraria a Parma: bottiglie, barattoli, boccettine e flaconi trovavano posto sul suo camioncino e venivano imballati con ogni cura per superare incolumi viaggi impegnativi su strade non certo asfaltate e prive di buche.

L’industria parmense stava emergendo fin dagli ultimi anni del XIX secolo grazie anche all’espansione del mercato del pomodoro, che in quel periodo storico vide entrare in campo numerosi produttori. Il processo di lavorazione del pomodoro venne innovato attraverso l’introduzione del sistema di conservazione del prodotto in contenitori di vetro sterilizzati a bagnomaria che andò man mano a rimpiazzare il precedente sistema di essicazione, svincolandosi dai limiti della stagionalità attraverso la trasformazione del raccolto in conserva, che avrebbe potuto così essere distribuito anche in mercati esteri in grado di assorbire eventuali surplus produttivi.

Durante gli anni Venti, lo sviluppo manifatturiero conobbe un periodo di espansione, soprattutto nel settore alimentare e in quelli ad esso collegati, siglando un’unione tra produzione agricola e industriale. I trasporti in questo contesto si rivelavano fondamentali per movimentare le materie prime e i prodotti finiti verso gli stabilimenti e le città in cui si stava creando una domanda. Il cambiamento dei gusti enogastronomici ed i trasporti hanno contribuito ad accelerare lo sviluppo di questo settore, facendo diventare i conservifici i capostipiti dell’industria agroalimentare che conosciamo ora.

Nonno Casoli era un imprenditore intraprendente: le accortezze che aveva imparato per proteggere il suo carico e tutta l’esperienza che aveva accumulato potevano benissimo essere messe a frutto su carichi più ingombranti, dandogli l’occasione di espandere ulteriormente la sua attività. Un conto è trasportare una spessa lastra di vetro, un altro un carico pieno di conserve o la vetrata artistica di una chiesa!

A Nonno Casoli servivano non solo furgoni più capienti e più aiutanti, ma anche nuove idee e tecniche per mantenersi competitivo in un mercato che andava affollandosi. Parte dei tragitti che aveva studiato dovevano essere riconsiderati, visti i maggiori ingombri dei nuovi mezzi componenti la sua flotta, e i volumi dei colli crescevano in continuazione. Oltre agli imballaggi, assumeva sempre più importanza guadagnare tempo nelle operazioni di carico e scarico, senza compromettere la sicurezza.

Adesso, come allora, seguiamo i suoi consigli preziosi: garantiamo consegne rapide, movimentazioni minime e massima integrità dei beni trasportati.

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